Psicologia del dolore – Quattro Immagini – download digitale
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Descrizione
Incornicia i disegni e appendili al muro nella tua clinica. Preferibilmente in una zona non molto trafficata. In una zona tranquilla, dove il paziente può guardare i disegni senza essere disturbato. In tal modo ogni persona può osservare il disegno e riflettere su ciò che il disegno gli dice. Chiunque può rispecchiarci se stesso/a nel disegno,e forse riconoscersi. Quando il paziente inizia a parlare di come lui/lei interpreta le informazioni contenute nel disegno, potrai aggiungere informazioni a ciò che ti sta dicendo. È meglio guidare il paziente invece dargli spiegazioni. Questa è una modalità di comunicazione biopsicosociale che evita il problema della stigmatizzazione. Quando si acquista i disegni (formato A3) si riceverà anche un pdf con il testo esplicativo, che è possibile stampare e dare al paziente. Così si può usare i disegni come uno strumento, insieme con altri metodi / tecniche, per aiutare i pazienti con dolore.
Immagine 1 – Comportamento di paura ed evitamento contro quello di resistenza (iperattivazione fisica)
Il disegno mostra come una persona ignorando il dolore con antidolorifici e antinfiammatori possa continuare con l'attività fisica. In questa situazione non si ascolta il proprio corpo spingendolo nel dolore, nella speranza che il dolore alla fine scompaia. Nel breve periodo questo comportamento è positivo, ma nel tempo può essere dannoso causando dei processi negativi di sensibilizzazione, dolore a lungo termine e sindrome da burn out.
Immagine 2 - Paura del movimento
Quando il dolore non va via ci si inizia a preoccupare. Si cambia comportamento: dall’essere iperattivo al "non so cosa fare". Spingendosi nel dolore restando attivi si sviluppa un'insicurezza/paura del movimento. Quindi si smette di fare attività che prima erano importanti e significative. Così, la paura di movimento può diventare un problema più grande del dolore stesso. Per mettersi al sicuro, si smettere di fare attività che si ritengono ora essere dannose, ma in realtà non vi sono miglioramenti.
Immagine 3 – Tono dell’umore basso e depressione
Quando il dolore si prende tutta l'energia si smette di fare attività che prima erano significative. Si diventa meno attivi socialmente. Smettere di fare cose che prima era piacevoli è un segno di depressione. La vita quindi è vissuta al rallentatore. Non si ha l'energia per stare con amici e familiari e si vive una vita passiva. Il dolore si prende tutta l'energia. Esiste è un chiaro legame tra il dolore a lungo termine e la depressione.
Immagine 4 - i pensieri "e se"
Quando il dolore è continuo comincia a occupare la maggior parte dei nostri pensieri. Si è più preoccupati e si ascolta di più il proprio corpo alla ricerca di qualcosa che non va. Si può avere paura che il dolore non andrà più via, il che porta a sua volta a pensare al dolore per tutto il tempo (la ruminazione). Il dolore cresce letteralmente all'interno del nostro cervello (ingrandimento). Se prima si voleva essere attivi, ora si sperimenta una sorta d’impotenza per quanto riguarda il dolore (paura del movimento, tono dell’umore basso e depressione).
