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Fisiologia del dolore – Quatto immagini

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Descrizione

Incornicia i disegni (formato A3) e appendili al muro nella tua clinica. Possibilmente in una zona non troppo trafficata. Meglio in un posto tranquillo, dove il paziente può guardare I disegni senza essere disturbato. Pertanto chiunque osserva i disegni può riflettere su ciò che ciascuno di questi gli sta dicendo. Ciascuno/a può rispecchiarsi nelle immagini e forse riconoscere se stesso/a. Quando il paziente inizia a parlare su ciò che sta osservando, interpretando le informazioni dei disegni, puoi arricchire di informazioni ciò che il paziente dice. É meglio guidare il paziente piuttosto che spiegare. Questa e una strategia di comunicazione di tipo biopsicosociale che evita ogni forma di stigmatizzazione. Quando acquisti queste immagini (in formato A3) riceverai anche un documento pdf con il testo di spiegazione che potrai stampare e dare al tuo paziente.In questo modo è possibile usare I disegni come uno strumento da sommare ai metodi/tecniche che usi per aiutare i pazienti con dolore.

Immagine 1 – NON ABBIAMO recettori del dolore ma recettori nocicettivi

Smärtans Fysliologi
Strofina delicatamente la pelle del tuo avambraccio. Senti che stai strofinando la pelle dell’avambraccio. Hai attivato in questo modo i meccanocettori a bassa soglia della pelle. Adesso spingi la punta del tuo pollice nell’avambraccio. Mantieni la pressione. Dopo un po’ diventa fastidioso, e provi dolore. Forse stai pensando che hai attivato nei tuoi tessuti i recettori del dolore. Questo non è corretto. Hai attivato i nocicettori ad alta soglia. Per attivare dei nocicettori (per stimoli meccanici, termici o chimici), lo stimolo iniziale deve avere una certa intensità.

Immagine 2 - Gli impulsi nervosi dai recettori nocicettivi sono in cammino verso il cervello

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Quando si soffre di un danno tissutale acuto, i nocicettori ad alta soglia sono depolarizzati. I loro impulsi nervosi viaggiano molto velocemente fino al cervello in modo che sia possibile agire, evitando ulteriori lesioni. Gli impulsi nervosi possono viaggiare anche più lentamente, nelle cosiddette fibre C. Quando questi impulsi nervosi dei nocicettori raggiungono diverse parti del cervello, soprattutto l’insula, e vengono interpretati come un pericolo, si ha l'esperienza del dolore. Quindi il dolore è una risposta (output), una percezione, che attiva una neuromatrice nel cervello creata sulla base delle esperienze precedenti simili. Se il dolore continua a dare disturbo, l'orchestra nel nostro cervello inizia a suonare i brani del dolore.

Immagine 3 - Gli effetti negativi della dolore interessano i sistemi di tutto il corpo

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Quando l'orchestra nel cervello continua a suonare i brani del dolore vengono coinvolti tutti i sistemi del corpo tra i quali quello endocrino, il sistema immunitario e andranno incontro a disequilibrio. La farmacia nel cervello smette di produrre ormoni e neurotrasmettitori importanti nella modulazione del dolore come le endorfine, la serotonina, l'ossitocina e il cortisolo. Poiché il sistema nervoso è plastico, questa situazione renderà più inclini a sviluppare dei processi di sensibilizzazione negativa causando allodinia e iperalgesia. Chiedete al vostro medico/terapista per farvi degli esempi clinici di allodinia e iperalgesia.

Immagine 4 - Il dolore può essere molto stressante

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Col passare del tempo e con un dolore a lungo termine, l'asse HPA del sistema endocrino si sovraccarica causando una diminuzione o sottoproduzione di cortisolo che rende più inclini ai fenomeni di sensibilizzazione e a malattie sistemiche. Inoltre porta a sviluppare con maggior probabilità l’allodinia, ovvero un'esperienza dolorosa causata da uno stimolo che normalmente non dovrebbe causare dolore.

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